In preparazione al nuovo tour del Marocco di ottobre e al Trekking tour di novembre ho deciso di approfondire i luoghi che andremo a visitare. Dopo la tappa a Marrakech e la tappa a N’Kob, continuiamo la nostra scoperta “digitale” di questo fantastico paese, con la nostra terza tappa alle montagne Atlas.

Ti lascio un pò di pulsanti da cliccare per leggere gli articoli che ho già scritto:

La destinazione che ti racconto oggi non è una città o un villaggio, bensì un luogo grandissimo, immerso nella natura e carico di spiritualità; sarà il piatto forte del nostro trekking tour, dato che ci passeremo ben tre giorni! Se non l’hai ancora letto, cliccando qui sotto potrai vedere nel dettaglio di cosa si tratta

I bambini della tribù berbera

Il trekking sulle montagne Atlas

Le montagne Atlas si trovano nella regione di Saghro, nel sud-est del paese; è un’area vastissima, dove paesaggi mozzafiato si alternano a vedute incredibili da film hollywoodiani.

All’interno di questa area si trova una delle tribù berbere più longeve, gli Ait Atta; hanno resistito sia alle invasioni arabe del VII secolo, sia alle conquiste francesi del novecento. 

Sono oggi organizzati in una confederazione con capitale Saghrou, ma il territorio dove si muovono è ampissimo: va dall’Anti-Atlante fino ai confini con l’Algeria, comprendendo le province di Errachidia e Azil. I due centri delle loro attività sono N’Kob e Ourzazate, entrambe tappe del nostro viaggio.

Il punto di forza che ha permesso agli Ait Atta di prosperare così a lungo sono proprio le montagne Atlas dove si sono stabiliti; tutti i villaggi sono costruiti sfruttando i monti come fortezze, e gli abitanti sono stati capaci di interpretare al meglio il territorio per riuscire a difendersi efficacemente da tutte le minacce.

Pastori berberi nelle montagne Atlas

Come ti accennavo prima, il nostro trekking in queste montagne durerà tre giorni, e ci sposteremo dalla valle del Dades fino a N’Kob, proprio nel cuore delle montagne Atlas. In mezzo al nostro viaggio visiteremo la Valle delle Rose e l’altopiano El Kelaa MGouna; sarà proprio in questi luoghi che scatteremo le foto più belle e suggestive del nostro viaggio!

La vita nella tribù berbera degli Ait Atta

Vivere per qualche giorno con una famiglia nomade delle montagne Atlas è un’esperienza unica; la loro semplicità di vivere è veramente inimmaginabile. Le famiglie vivono sulle montagne e i loro spostamenti sono tutti basati sui bisogni dei loro animali.

Semplicità è proprio il mantra su cui basano la loro vita: il loro sostentamento si basa sull’allevamento di capre e pecore, a cui prestano un’attenzione particolare. Oltre all’alimentazione, gli animali hanno bisogno di un clima favorevole per crescere forti; ecco perché nelle stagioni calde si spostano in altura alla ricerca del fresco, mentre d’inverno scendono per affrontare al meglio le temperature rigide. Le nevicate in questi luoghi non sono affatto rare durante i mesi freddi, e quindi diventa fondamentale prepararsi per affrontarle al meglio.

Nel periodo del nostro viaggio il clima sarà prevalentemente mite, ma mi è capitato di trovarmi sulle montagne Atlas durante l’inverno. Sembra incredibile, ma le coperte che usano tengono quasi più caldo di quelle che siamo abituati ad usare nelle nostre case

La sera nella tenda berbera

Realizzate a mano con la lana delle pecore che allevano, piuttosto che con la pelliccia di capre e dromedari, costituiscono una vera e propria barriera contro il freddo; anche le tende sono realizzate a mano e si rivelano essere molto efficaci per lo stesso scopo.

Nelle montagne Atlas ci sono diverse tribù nomadi, ognuna con il proprio capo. È sua la responsabilità di garantire il benessere di tutti, a cominciare dall’approvvigionamento d’acqua. In tutto il territorio sono presenti diversi pozzi, e il capo tribù si assicura sempre di essere al massimo a due ore di cammino di distanza dal più vicino.

Di solito, sono i più giovani che si recano a recuperarla con i muli: inevitabilmente, i pozzi diventano dei luoghi d’incontro e di convivialità, dove i ragazzi si conoscono e scambiano qualche parola.

Interessante tutto questo, vero?

Questo viaggio sarà all’insegna della scoperta di sé, di un nuovo territorio e di culture molto distanti da quella occidentale. Ti assicuro che sarà una di quelle esperienze che ti entrano dentro il cuore e che potrai veramente tenere stretto e vivo il ricordo anche una volta rientrato a casa.

Quante volte ci capita di spostarci nella nostra vita? La maggior parte di noi nasce in un paese, si sposta dopo il matrimonio e forse trasloca una seconda volta con l’arrivo dei figli. Gli Ait Atta invece si spostano sulle montagne Atlas ogni 21 giorni, sempre assieme ai loro animali; questo fa di loro dei veri esperti di questi territori, e sarà per noi una dimostrazione in tempo reale di una concezione dei ritmi di vita completamente diversa.

Vita sulle montagne Atlas

Anche le loro attività sono completamente diverse da quello che potremmo immaginare: tutto ruota attorno ai loro animali, che rappresentano la loro sopravvivenza. Quando c’è la necessità, scendono nei centri più popolati (come ad esempio N’Kob) e procedono alla compravendita degli animali e di ciò che loro producono. In questo modo possono continuare la loro attività, e con i pochi soldi che ricavano fanno scorta di cibo per la famiglia per tutto il tempo in cui si sposteranno.

Cosa ti sembra di questo racconto? Io ci provo sempre al meglio, ma di certo le parole e le immagini non sono sufficienti a trasmettere l’energia che questi luoghi emanano. L’unico modo per capire tutto questo… è viverlo!

Ti aspetto dunque nei miei viaggi di ottobre e novembre, e non dimenticare di seguirmi su Facebook per non perderti il racconto delle prossime tappe!

A presto! Un abbraccio

Giovanna