Quante difficoltà bisogna affrontare per prendere una decisione importante? E, allo stesso tempo, quanta soddisfazione si ottiene dal raggiungimento dei propri obiettivi?

Un anno e mezzo fa è cominciato per me un percorso molto difficile e tortuoso. Dopo tanto tempo sono riuscita a percorrerlo con serenità e leggerezza, raggiungendo l’obiettivo che mi ero posta. È stato un periodo molto lungo e combattuto, ma adesso sono pronta a raccontarvi quello che è successo.

Sono felicissima perché, step by step, ho raggiunto il mio obiettivo.

angioletto

Circa un’anno e mezzo fa ho iniziato ad elaborare che non volevo più vivere nella nostra casa. Certo, non è stato immediato per me arrivarci, e sicuramente la consapevolezza di questo mio malessere non è stata facile da accettare.

Tutto era diventato grande e la gestione della casa era diventata una dispersione di tempo. Percepivo che il mio tempo volava e ogni giorno dedicavo un’infinità di ore a sistemare tutto.

Era come se mi sentissi assorbita da quelle quattro mura che giorno dopo giorno aumentavano la mia angoscia.

A poco a poco era nata quella sensazione di disagio dentro di me perché non sentivo più mia quella casa che tanto avevo amato.  Al suo interno, nonostante tutto il mio affetto per quel luogo, non riuscivo a trovare un posto dove stare bene.

Mi sentivo soffocare e percepivo solo disagio.

Dopo un po’ ho capito che l’origine di questa idea nasceva dal fatto che le mie due figlie presto sarebbero andate all’università e tutto sarebbe diventato ancora più grande. Questo spazio che presto si sarebbe aggiunto non faceva altro che procurarmi ancora più angoscia; aumentava così anche la mia estraneità nei confronti della casa.

Come primo step ho iniziato a parlarne con la mia famiglia, come inizio del procedimento di accettazione della mia condizione. Com’è comprensibile sembrava una cosa inaccettabile, perché quella era la nostra casa dove siamo cresciuti tutti assieme.

C’erano molti aspetti che bisognava tenere in considerazione, a partire dal valore sentimentale.

I significati profondi racchiusi in quella casa erano tantissimi, ma possono essere raggruppati in tre concetti principali:

  • crescita,
  • sogni,
  • momenti speciali.

Non è stato facile esternare la mia condizione, e la comunicazione con le ragazze si è fatta molto complicata perché, nonostante tutti i miei tentativi, hanno fatto fatica a comprendere quello che sentivo.

Nel frattempo però dentro di me iniziavo a comprendere ciò di cui avevo veramente bisogno, dove volevo veramente vivere; tuttavia, non sapevo se le mie necessità avrebbero trovato una pacifica convivenza con le preoccupazioni di tutta la famiglia.

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Era iniziata la fase di elaborazione del mio obiettivo, e di tutti i passaggi necessari.

Ho fatto chiarezza nella mia mente e ho capito di volere una cosa: stava a me compiere tutti i passi che mi separavano dal raggiungerla e guidare così la rinascita del mio benessere.

Fare chiarezza è un procedimento molto delicato ma fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi; è quando dentro di noi regna il caos più totale e non sappiamo come fare per gestirlo.

Ed è importantissimo in questi momenti non lasciarsi sopraffare!

Per questo una sessione di coaching può aiutarvi a comprendere come sviluppare quello che avete dentro e quando sentite la voglia di cambiamento.

“Tu sei matta a lasciare quella casa!”

Questa era la frase che mi sono sentita dire più di tutte. Avevano forse un po’ di ragione a dirmi così? Forse si e forse no, chi saprà mai rispondermi!

Certo è che non si può restare sempre fermi per paura di deludere gli altri; il cambiamento è la chiave per il benessere, e chi si ferma diventa noioso.

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