“Gli adulti da soli non capiscono niente ed è stancante per i bambini dover spiegare tutto” In tantissimi di noi avranno letto Il piccolo principe, il celebre libro di Antoine de Saint-Exupéry; in quanti si ricordano degli insegnamenti contenuti nel libro? E quanti di noi riescono o sono riusciti a trasmettere un po’ dei valori del libro ai propri figli?

Si potrebbe considerare una piccola guida delle cose importanti: il senso dell’amicizia, il significato dell’amore, la cura per l’ambiente, l’apertura del cuore alla malinconia e alla pazienza, il senso del rispetto.

Dal 1943 (anno della prima pubblicazione del libro) ne sono state vendute più di 200 milioni di copie nel mondo, e ancora non smette di essere un punto di riferimento validissimo per gli insegnamenti e i valori che continua ad ispirare.

I valori de “Il piccolo principe”

Si dice spesso che “Il piccolo principe” sia un libro perfetto per l’insegnamento dei nostri figli; e se ti dicessi che in realtà è utilissimo anche per noi mamme e papà per insegnarci ad essere dalla parte dei bambini?

Sicuramente è un libro utile per l’insegnamento ai nostri bambini di ciò che conta veramente nella vita; le parole e l’esperienza del pilota, voce narrante della storia, ci fanno capire quanta distanza si possa creare tra la mente di un bambino e quella di un adulto.

Quando il pilota e il piccolo principe si incontrano, quest’ultimo gli racconta di aver rinunciato alla carriera di pittore da quando aveva sei anni a causa dell’insuccesso dei suoi disegni tra gli adulti; mentre lui disegna un boa che mangia un elefante, i grandi vedono solo un cappello!

È un passaggio molto utile per capire la differenza tra la fantasia di un bambino e quella di un adulto; e se fosse proprio questa la chiave per invecchiare bene? E se anche noi potessimo continuare a vedere le pecore attraverso le casse, proprio come fa il piccolo principe?

Cielo - Il piccolo principe

Anche nei passaggi successivi si capisce bene come gli adulti siano più legati a cose materiali piuttosto che alle emozioni e a “ciò che è veramente importante”. Quando agli adulti si parla di un nostro nuovo amico, non chiedono mai il suono della voce, il gioco preferito, o se colleziona farfalle; sono interessati solo a quanti anni ha, quanti fratelli ha, che lavoro fa il padre, e pensano anche di conoscerlo già.

I personaggi

Nel racconto compaiono poi diversi personaggi, tutti rappresentativi di alcuni tratti tipici degli adulti. In molti ricorderete il vecchio re che ama dare ordini ai suoi sudditi, anche se è l’unico abitante nel suo pianeta; il vanitoso, che chiede di essere applaudito senza motivo, l’ubriacone che beve per dimenticare la vergogna di bere; l’uomo d’affari che passa i giorni a contare le stelle credendo che siano sue; un geografo che non ha idea di come sia fatto il pianeta perchè sta sempre seduto alla scrivania.

Tra tutti questi strani personaggi, il piccolo principe prova un po’ di ammirazione solo per l’uomo che accende e spegne un lampione ogni minuto; quell’uomo, che sarebbe disprezzato da tutti gli altri, “è l’unico che non mi sembra ridicolo, perché si occupa di qualcos’altro che non sia sé stesso”.

Cosa insegnano tutti questi personaggi al genitore che rilegge il libro? Sicuramente ci aiuta a capire come veniamo visti a volte dai nostri bambini, ed ogni personaggio racchiude una caratteristica o una stranezza che probabilmente ci accomuna tutti. A tutti noi piace dare ordini (anche se non c’è nessuno che ci ascolta), ad ognuno di noi piace essere elogiato, e siamo tutti sempre presi a contare i nostri soldi, i nostri affari. 

Sono davvero questi gli insegnamenti che vogliamo trasmettere ai nostri figli?

Ed è proprio su questo punto che Antoine de Saint-Exupéry supera tutti gli altri, e fa capire al genitore e al bambino quali siano i veri valori a cui dobbiamo prestare attenzione, uno su tutti la creazione di legami tra gli uomini.

Gli insegnamenti de “Il piccolo principe”

Impossibile non citare il dialogo con la volpe, dove viene delineato un prezioso insegnamento sull’addomesticare e il farsi addomesticare, con tutte le sfumature dell’amore come accettazione dell’altro, pazienza, dedizione e riconoscimento della sua unicità.

Fiore - il piccolo principe

Ci sono due passaggi indimenticabili, che mi permetto di citare: “Chi ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda. Avrei potuto giudicarla, la rosa dalle sue azioni e non dalle sue parole – riflette tra sé’ il Piccolo Principe. Mi profumava e mi illuminava. Non avrei mai dovuto andarmene. Avrei potuto intuire l’affetto che stava dietro i suoi povere trucchi.”

E quando il piccolo Principe capisce che la sua rosa è l’unica al mondo, in quel momento impara che cos’è l’amore: “Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente – dice. Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. (…) Voi siete belle, ma siete vuote. (…) Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perchè è lei che ho innaffiato. Perché è la MIA rosa”.

L’amicizia, come insegna ancora una volta la volpe, è la capacità di farsi addomesticare anche se poi si corre il rischio di piangere un po’. Per scoprire il prezzo della felicità bisogna essere capaci di mettere in conto anche di soffrire; del resto, come canta Claudio Baglioni in “Avrai”, la canzone scritta per il figlio, ciascuno incontrerà “un amico che ti avrà deluso, tradito, ingannato”.

C’è poi il valore del rispetto: “È molto più difficile giudicare se stessi che giudicare gli altri”; il bisogno della speranza: “Ciò che abbellisce il deserto è che nasconde un pozzo in qualche luogo …”; la cura della natura: “È una questione di disciplina. Quando si ha finito di lavarsi al mattino, bisogna fare con cura la pulizia del pianeta. Bisogna costringersi regolarmente a strappare i baobab appena li si distingue dai rosai ai quali assomigliano molto quando sono piccoli.”

Il Piccolo Principe ci è stato letto dai nostri genitori e noi, a nostra volta, lo leggiamo ai figli. Un racconto che si tramanda di generazione in generazione. Un libro che accompagna la nostra vita, in cui ci possono essere anche tristezza e solitudine, senza mai dimenticare, però, il colore del grano. E il bambino che c’è stato in ognuno di noi. Perché, come scrive Saint-Exupéry, “tutti i grandi sono stati bambini una volta, in pochi se ne ricordano.”

Un abbraccio

Giovanna