Dopo la prima parte del racconto nelle montagne di Saghro, eccoci per la seconda parte del mio racconto dal Marocco, questa volta circondata solo da dune di sabbia e persone fantastiche: sono proprio in mezzo al deserto!

Come sta andando questa avventura? Dopo più di 10 giorni di permanenza posso confermarti la buona riuscita del programma fino a qui vissuto. E mi sembra proprio che anche i partecipanti siano soddisfatti! Però magari questo ce lo faremo raccontare direttamente da loro…

Per adesso, ti racconto quello che è successo in questi giorni; continua a leggere per conoscere la mia storia!

Un assaggio della vita in mezzo al deserto

Sto scrivendo queste righe che è già calata la notte; la giornata trascorsa è stata piena di attività e ricca di emozioni. Oggi ci siamo avvicinati lentamente al deserto, e per chi veniva qui per la prima volta ho quasi potuto vedere i brividi di emozione correre sulla loro pelle.

Per quanto si cerca di spiegare la sensazione che si prova a venire qui, le parole non sono mai abbastanza; ogni volta che si comincia a procedere in mezzo al deserto si viene pervasi da un’emozione fortissima!

È un mix di sensazioni un po’ contrastanti: curiosità, paura, sopraffazione, libertà. Quando ci si trova alle porte del deserto sembra di essere di fronte ad un vero e proprio cancello che dà ad un mondo diverso, quasi una dimensione parallela.

In mezzo al deserto

Abbiamo cominciato il nostro trekking in sella ai dromedari, con quel brio che si prova quando si sta per fare una cosa nuova. Arriviamo alla base delle dune e ci mettiamo ad osservarle dal basso: alcune sono altissime! Ma i dromedari sono creature formidabili e, senza dare segni di fatica, ci portano su e giù in questo mare di sabbia.

Per quanto uno si possa immaginare un paesaggio noioso e sempre uguale, è in realtà una continua scoperta, con l’orizzonte che cambia dopo ogni passo.

Provo a parlare con gli amici che mi accompagnano per capire cosa pensano di questa esperienza, ma quasi non riescono a parlare: sono troppo emozionati!

Con il dromedario in mezzo al deserto: alla scoperta delle dune

In questo articolo voglio ringraziare Simona, una delle partecipanti che è venuta in Marocco per la prima volta. Mi ha raccontato che per lei salire sul dromedario è stato come scalare una montagna; ha fatto un po’ di fatica, si è sentita molto in alto e, complice anche l’esperienza nuova, ha avuto un po’ di paura.

Dopo qualche minuto siamo partiti, e subito ci siamo immersi nel silenzio quasi surreale che è sempre presente in mezzo al deserto. Il cammino procede lento, e ci si sente cullati dal regolare passo del dromedario.

Per Simona però la paura non era ancora passata del tutto, e forse non riusciva a rilassarsi completamente; ha cominciato quindi ad intonare una calma e rincuorante melodia di sottofondo. È il suo metodo personale di scacciare i cattivi pensieri: si concentra su una canzone felice e calma la propria mente ed il proprio spirito.

Per me questo è stato un momento meraviglioso: non solo Simona ha voluto condividere con noi un pezzo della sua intimità, ma ha dato una nuova sfumatura alla nostra esperienza, rendendola completamente nuova anche per me che l’avevo già vissuta, e di questo io la voglio ringraziare.

A metà strada ci fermiamo ad osservare il tramonto; è un vero e proprio spettacolo! Le nuvole sfiorano l’orizzonte e il cielo si dipinge di colori incredibili. Anche un momento di sosta diventa una fotografia da portare sempre nel cuore.

In mezzo al deserto

Proseguiamo il nostro cammino fino ad arrivare al campo: il sole è già sceso oltre l’orizzonte e si prepara a lasciare il posto alla notte. Ci mettiamo comodi e scambiamo qualche parola con il cammelliere, anche se la comunicazione è un po’ difficile: lui parla solo berbero ed è davvero complicato interpretare ogni parola dei suoi discorsi!

I racconti del cammelliere e la serata al campo in mezzo al deserto

Ad un certo punto della nostra chiacchierata il cammelliere alza il braccio ed indica la luna; ci dice che questa è la prima luna del ramadan, il rito religioso seguito dai praticanti di religione islamica.

Ci spiega che tutto il paese segue questo rito che consiste nel digiuno da cibo, bevande e attività sessuale per tutto il giorno. Dopo il tramonto e fino alla preghiera del mattino alle 4.30 possono mangiare e bere, ma solo lo stretto necessario

Naturalmente ci sono sempre le eccezioni, e come da tutte le parti del mondo c’è chi rispetta le tradizioni alla lettera e chi invece le segue ad intermittenza. Per esempio, ci racconta che i negozi di alcolici sono tutti chiusi durante il ramadan; ma ci fa capire anche che sono in tanti a procurarsi ugualmente il vino, che alcuni consumano dopo il tramonto ed altri anche durante il giorno.

Mentre ci perdiamo nei racconti del cammelliere, sale alta la luna nel cielo e comincia a crearsi una certa magia nel nostro campo. Il fuoco ci tiene al caldo, e fa giocare le nostre ombre sulle semplici e colorate tende berbere.

In mezzo al deserto

Una delle guida prepara il tamburo, mentre è quasi pronta la nostra cena. Ed è proprio in questi momenti di totale spensieratezza, con la pancia piena e la musica che suona, che ti senti vivo e riscopri te stesso.

Siamo tutti ben lontani dalla nostra zona comfort, eppure io vedo solo visi felici e sorridenti…

È fuori dalla nostra zona di comfort che ritroviamo pienamente noi stessi

Ci siamo fatti la doccia con i secchi, siamo stati minuti interi in silenzio ad osservare le stelle e quasi non ci accorgiamo di non aver guardato il nostro cellulare da ore. Potessi descriverti ciò che ho visto nel nostro cielo, non ci crederesti! Lontani dai lampioni, con il fuoco spento, è incredibile e indescrivibile il numero e l’intensità delle stelle. Sembra quasi di poterle toccare con un dito.

Per due giorni ci siamo dedicati solamente alla crescita personale; abbiamo individuato le cose delle nostre vite che ci bloccavano e non ci permettevano di vibrare, lasciandole andare.

Il passaggio più difficile ma più importante di questa esperienza che ho chiesto ai partecipanti è stato quello di ignorare il più possibile il proprio telefono. È una delle cause più comuni di stress, e per raggiungere l’obiettivo di questo viaggio in mezzo al deserto era fondamentale che tutti capissero bene questo punto.

Certo, non l’ho sequestrato come si fa nelle scuole! Ma gradualmente tutti hanno capito e, dopo qualche giorno, hanno ridotto drasticamente il tempo trascorso con il cellulare in mano.

Ci siamo quindi liberati di tutto e abbiamo avuto il tempo di chiacchierare e scoprire la vita che ci circondava.

Meditazione nel deserto

Dal silenzio della notte che mi circonda in questo momento voglio lasciare un consiglio a te che non sei riuscito a partecipare a questa esperienza: inizia dal disintossicarti un po’ alla volta, guardando meno il telefono e trovando più tempo per te stesso.

Ci perdiamo nella giungla digitale e non viviamo appieno il nostro presente, che sta accadendo qui e ora.

Siamo noi che dobbiamo decidere cosa è meglio, percependo tutte le sfumature della nostra vita e concentrandoci su ciò che ci fa stare bene. E questo è quello che è possibile vivere a pieno con il percorso di crescita personale che stiamo attraversando in mezzo al deserto.

Come ti avevo accennato nella prima parte del racconto del Marocco, ho già in programma il prossimo viaggio in queste fantastiche terre per novembre 2019. Ti invito sin da subito a riservare il tuo posto mandandomi una mail a info@giovannasolca.ch e, se vuoi vedere altre foto, seguimi sulla mia pagina Facebook e scopri maggiori dettagli su tutti i miei giorni trascorsi qui!

Ti aspetto

Giovanna