Puoi trovare la parte 1 e la parte 2 del mio diario sull’India sul mio blog!

Giorno 10.02.2017

Alle 9.00 è prevista la partenza per Delhi. Prima di partire, osservo due particolari guide indiane: anche in india esiste la gelosia. Durante il viaggio, mi rendo conto che la strada è asfaltata solo a mezza corsia e io e sorrido, pensando che da noi una cosa simile è veramente impensabile! Il viaggio verso Delhi è lunga 280 km, quindi mi rilasso e osservo.

Strada facendo, incontriamo delle donne che mischiano la terra con la paglia, la fanno asciugare al sole e poi la utilizzano per accendere il fuoco. Ahh, l’India!

Passiamo per certi paesi in cui vediamo mercati di frutta e verdura con dei colori e profumi intensi, tutto a Km 0.

Ogni tanto vorrei fermare l’immagine nella mia mente con quello che vedo e portarla sul mio blog per voi, perché è decisamente difficile trasferire tutte le meraviglie che vedo. Ci provo!

In paese, un gruppo di donne sta preparando il programma per un matrimonio: vi lascio con la fantasia d’immaginare i colori dei vestiti!

india-parte-3-1

Sono stata perfino  invitata ad un matrimonio indiano nel Rajiasthan! L’autista mi sta portando al suo paese. Che emozione arrivare a casa sua! La cugina non può farsi vedere dal cugino (il mio autista), da me e dai più anziani invece sì.

Vi racconto un po’ di storia sul matrimonio indiano.
Quando la famiglia dello sposo si reca dalla presunta famiglia della sposa, vanno per vedere se la ragazza può essere all’altezza dell’unione. Si riuniscono tutti i familiari, guardano la ragazza per 5 minuti e poi decidono: se va bene, fissano la data in circa sei mesi. Io a questo punto gli chiedo, quando vengo invitata, come faccio riconoscere chi sono gli sposi? L’autista mi spiega che sull’invito c’é la foto e io replico: ma gli sposi non si vedono? Lui mi spiega che normalmente non si vedono, ma che ci sono le eccezioni.

La cugina Jyoti mi mostra le foto del suo matrimonio e mi racconta che il marito, di norma, festeggia per 3 giorni a casa sua poi riceve la benedizione pujia. Dopodiché, noleggiano l’auto e vanno al paese della sposa, per entrare in casa. Il futuro sposo taglia il filo di benvenuto, entra a incontrare la sposa per la prima volta e la vede senza velo. Quando si sposano durante la pujia la moglie ha il velo, che poi toglie per la festa. Finita la festa, la moglie va a vivere dal marito.

Io ascolto e nel frattempo penso alla diversità rispetto al nostro paese.
Dopo un po’, partiamo per visitare una zia che mi ha fatto molto ridere, chiedendomi quanto ho speso per arrivare fino in India, per gli alberghi… una zia molto furba e astuta!

india-parte-3-2

Anche lì, c’era una ragazza che non poteva mostrarsi al cugino, una bellissima donna di nome Sarita. Quando salgo in auto, chiedo all’autista se almeno avesse potuto vederla in foto e lui mi risponde di sì. Soddisfatta, gli mostro la foto, sperando di non aver combinato un casino! 😅

Ci rimettiamo per strada e vedo un aereo in mezzo ad un prato. Una volta era un vecchio ristorante, ora lo usano gli studenti come oggetto di studio.

india-parte-3-3

Arrivo finalmente in albergo a Delhi! Mi rendo conto che è ora di fare ordine tra le valigie. Dopo 10 giorni c’é un po’ di casino, quindi svuoto tutte le borse e valige, per far ordine… che confusione! Mi rilasso vedendo un film indiano intitolato “Il mio cuore dice sì”.

Giorno 11.02.2017

Oggi si parte per Varanasi; nella hall dell’albergo incontro altre persone che iniziano il viaggio con me. Alle 13.30 arriva il pulmino per portarci all’aeroporto e chiedo alla guida se ho la possibilità di lasciare la mia valigia in aeroporto. Lui mi dice di sì e in pochi minuti divido le cose da portare con me per una settimana.

Ho appuntamento con la mia amica Ada di Milano, che ridere, la cerco ovunque e non la trovo. Passo il gate convinta che sia sull’aereo, guardò e niente. L’aereo si riempie e ancora niente. Ad un tratto… Eccola! Mi alzo per andare a salutarla e lei felicissima stava per iniziare a urlare di gioia. Una bellissima sorpresa. Il viaggio prosegue bene, un attimo di turbolenza e via.

Il viaggio in bus dura più di un’ora verso Varanasi, io pensavo fosse una piccolo paese. Iniziamo bene, sul bus suonano la chitarra e cantano. Arriviamo all’albergo Banares e ci accolgono con una ghirlanda di fiori, per poi andare in camera. Alcuni di noi sono curiosi di vedere di più, quindi scendiamo al fiume Gange.

La mia camera ha una vista spettacolare, credo che sia la più originale mai vista in tutti i miei viaggi in giro per il mondo.

Giorno 12.02.2017

Ho iniziato la giornata con 30 minuti di meditazione nella terrazza sopra Varanasi. A colazione mi sono rovesciata sulla mano il chai bollente e la guida mi dice di mettere il burro sopra alla scottatura: sembra un miracolo, dopo 15 minuti non c’è più niente!

Ci incamminiamo verso il Gange, prendiamo la barca e costeggiamo la riva. Vediamo i Ghats che sono le scale che scendono al Gange.

Gli indiani sognano di morire a Varanasi, perché si narra che in quel luogo si trovi la liberazione.

Si racconta che molto tempo fa, un re volesse assolutamente morire sul Gange per trovare la liberazione. Così si tagliò le gambe e si lasciò andare, ma non servì a molto. Presto arrivò un cavallo al quale si aggrappò e lo portò fuori Varanasi. Fu il cavallo di Shiva, che lo portò via perché il re non era abbastanza meritevole di morire a Varanasi.

Al bordo della riva, ci sono ombrelloni e sono dei Bramini. Il sistema indiano è suddiviso in rigide caste che separa uomini puri da impuri. I Bramini, sotto questi ombrelloni, si mettono a pregare, fare i loro riti e le benedizioni pujia.

Arriviamo all’Ashram Lahiri Mahasaya e cominciamo a meditare.

Con la meditazione, impari a restare centrato dentro di te, nel tuo interiore, facendo spazio nella tua mente, trovando l’equilibrio perfetto per ogni situazione. Se resti un fiore, ogni soffio di aria che arriva ti scuote. Mi hanno benedetto i Mala comperati a Varanasi. È stato molto emozionante! Siamo rimasti lì tra canti, racconti e meditazioni per quasi 3 ore.

Proseguiamo verso una terrazza ad ammirare il Gange e tutto ciò che lo circonda.
Camminiamo a piedi al bordo del Gange, c’è davvero di tutto: chi lava, chi fa il bagno, chi ammira, chi medita e non solo.

india-parte-3-7

Camminando, si arriva al cremario dove in mezzo alla pira c’è il corpo che brucia, avvolto nella stoffa.
Quando sono arrivata li, mi sono fermata a riflettere sul percorso di vita di una persona ed ho mandato tanta luce e amore. Quando passo di lì, vengo avvolta dal fumo e tanti pensieri si muovono dentro di me.
Proseguo il mio cammino verso l’albergo e lungo il percorso compro anche il flauto indiano Bansuri, che provo a suonare appena arrivo in albergo.

A Varanasi, vita e morte sono strettamente intrecciate. Quando il corpo di un genitore arriva al Ghat, per prima cosa viene lavato nel Gange, poi viene posizionato sopra la legna, con la testa a nord. Il figlio maggiore fa il giro della pira 5 volte e accende il fuoco a partire dalla testa, poi il figlio torna a casa subito e restano lì i parenti.

Il corpo viene cosparso di polvere di legno sandalo e burro chiarificato Ghi e qualche goccia di acqua del Gange. Dopo la cremazione portano a casa alcuni resti importanti, per 10 giorni fanno lutto e nessuno si può tagliare i capelli. Passato questo periodo, portano le ceneri a Abasas, dove si congiungono i tre fiumi e lì versano le ceneri.

Dopodiché, i figli si rasano tutti i capelli se sono morti entrambi i genitori, se invece se ne fosse andato solo uno, lasciano il codino.

Non vengono cremati i bambini sotto i 12 anni perché la loro mente è ancora pura, i lebbrosi, perché in India è una maledizione degli dei e hanno un cattivo karma, le donne incinte, i santi e le persone morse dal cobra, perché pensano si possa morire da loro. Questi vengono sepolti.

Sul Gange alla sera fanno la cerimonia dei fiori che si chiama Arathi dove fanno una Puja spettacolare con canti, suoni e benedizioni. Questo è il saluto al Gange, per lasciarlo riposare durante la notte!
Al termine accendiamo le candele e le appoggiamo sull’acqua del fiume. Che emozione indescrivibile!

india-parte-3-6

Giorno 13.02.2017

Al mattino partiamo con la barca, proseguiamo sulla riva e vedo in lontananza un corpo che è arrivato al crematorio. I parenti lo immergono nell’acqua e poi lo preparano, lo coprono con il tessuto. Proseguiamo per il crematorio grande, i defunti sono uno sopra l’altro, avvolti nella stoffa arancione.

Si percepisce una grande differenza nell’affrontare la morte tra l’India e l’occidente. Solo qualche metro più in là le persone si lavano e fanno il bagno come noi lo facciamo al mare. Mentre qui è un po’ diverso, perché nel fiume loro buttano le ceneri che restano, per loro l’acqua è una benedizione.

Procediamo per Ashram Sadhana Place. Nel pomeriggio andiamo al mercato di Varanasi, certamente un posto dove ci si può fare un’idea di come vivono gli indiani. Entro nelle viuzze laterali del mercato ed è pieno di negozi. Dopo i nostri acquisti, ritorniamo alla piazza e proseguiamo verso il Gange. Strada facendo vediamo capre, diversi santoni e vedo una donna che si prende cura della figlia.

Sulla strada del ritorno, passo dal Gange e immergo una stuoia nell’acqua per benedirla, un regalo speciale per un amico.

Alla sera andiamo all’accademia della musica a sentire un concerto meraviglioso: sono papà e figlio! Il figlio ci racconta che lo scopo della loro accademia e prendere i bambini dalla strada ed insegnare loro a suonare gli strumenti. Ci racconta che è una grande soddisfazione, soprattutto insegnare a chi ha del vero talento.

india-parte-3-8

C’è un ragazzino di 10 anni che suona i tamburi Tabla e vedo nei suoi occhi, l’emozione e il suo impegno. Sentire il papà di 74 anni e il figlio di 50 anni suonare con questa armonia è una sensazione unica. Ci spiegano che suonare è come un discorso tra loro due. Dopo un po’, si aggiunge a loro due anche il nipote e vi assicuro che sentirli tutti e tre insieme è un vero spettacolo!

Torno in albergo, piena di emozioni e carica di positività.

Giorno 14.02.2017

Mi alzo presto e inizio a preparare la borsa. Quando sto per chiuderla, penso tra me e me che sono diversi anni che mi segue questa borsa, spero proprio che non mi abbandoni… e track, si rompe la cerniera. Un chiaro esempio di applicazione della legge dell’attrazione, che ho attirato con il mio pensiero!

Dove posso trovare una borsa ora?

Parcheggio il pensiero della borsa e scendo al Gange, dove tutto è già in movimento. C’è chi si lava, chi prega e chi mi chiede in continuazione se voglio fare un giro in barca.

Cammino e mi avvicino a riva per regalare al Gange le perle di purificazione. Un signore si avvicina e mi guarda. Poi mi chiede cosa stia facendo e gli spiego che sono per il fiume e sono per purificare.
Lui mi fa un sorriso e capisco: loro sono abituati al loro fiume così, l’acqua per loro è già benedetta.

india-parte-3-9

Salgo all’Ashram a meditare.

Dopo la meditazione vado alla ricerca della borsa. Entro nel negozio vicino all’albergo e trovo una borsa sportiva alla modica cifra di Fr. 10.-.

Proseguo la mia ricerca, prendo un taxi bici, una carrozza e mi faccio accompagnare dove mi ha consigliato il ragazzo della reception. Facciamo 10 minuti di strada e arriviamo, anche se tutto è ancora chiuso. Allora mi rifaccio accompagnare in albergo e decido di andare a prendere la borsa che avevo visto. La mia domanda è: come faccio a far entrare tutta la mia roba in quella borsa? Miracolo: ci sta tutto!

Ce la faccio! Tutto è pronto per Delhi, per poi proseguire a Calcutta, perché il volo diretto da Varanarsi a Calcutta non esiste più.

All’aeroporto di Delhi incontriamo una giovanissima donna comandante. Il futuro dell’India è anche in una donna che avanza e che può cambiare gli schemi di questo paese, che ha sempre limitato lo sviluppo delle donne.

india-parte-3-10

Parto per la volta di Calcutta. Alla prossima puntata!